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lunedì, luglio 25, 2011

Il mondo, al contrario del mondo al contrario, è un mondo.





"Non sono le cose in sé che ci preoccupano, ma le opinioni che abbiamo di quelle cose." Epitteto

Come ci insegnò Giambattista Vico, vero padre del costruttivismo, la mente umana giudica le cose lontane ed inaccessibili tramite ciò che le è familiare e vicino, compresi i sentimenti.
È necessario considerare la verità come un insieme di processi (un "network") a più livelli irriducibili tra loro. La realtà, in questo caso, passa ad essere pluralista e processuale, é l'osservatore che la rende unica introducendovi il suo ordine: ciò che viene definita realtà é il prodotto dell'interazione tra osservatore e ambiente. Noi diveniamo ciò che psicologicamente pensiamo prima, durante e dopo le nostre esperienze. Il mondo è perciò la conseguenza delle nostre esperienze.
L'individuo diviene così un sistema coerente, in grado di filtrare la realtà, strutturato attraverso costrutti e sistemi di credenze, che gli permettono di organizzare le proprie esperienze in un contesto pieno di scopi, intenzioni, piani e strategie.
Lo stesso comportamento umano nasce dall'interdipendenza e dall'adattamento reciproco delle proprie premesse, credenze, valori e fini ai quali gli individui relazionandosi fanno continuamente riferimento.
Il rapporto tra osservatore e osservato mette in luce la semplice idea ingenua di descrizione dell'uno sull'altro, questi vengono messi in relazione diadica continua dalla quale è impossibile prescindere, come scrive Varela (1985): "Questa situazione consiste nel fatto che colui che descrive non può uscire dall'unità per considerare i confini e l'ambiente, ma é associato con il funzionamento dell'unità sempre, in quanto elemento che la determina. Tali situazioni, alle quali appartengono molti dei sistemi sociali autonomi, sono caratterizzate da una dinamica in cui la stessa descrizione del sistema rende il sistema differente. Ad ogni stadio, l'osservatore é in rapporto con il sistema attraverso una comprensione, che modifica la sua relazione con il sistema. Questo é, propriamente parlando, il circolo ermeneutico d'interpretazione e azione, sul quale sono basate tutte le faccende umane."
È interessante notare come anche nella teoria dei sistemi un sistema, come l'osservatore, è considerato come possibile parte di un campo di osservazione più ampio, le cui parti possono essere, a loro volta, altri sistemi; qualsiasi sistema è contemporaneamente un sottosistema ed un sovrasistema a seconda di dove si ponga lo sguardo, dalla parte dell'osservatore o dell'osservato. L’assunzione di quest’ottica di indagine mostra all’osservatore la relatività del proprio punto di vista rispetto a tutti quelli possibili e l’impossibilità di eliminare i vincoli che l’essere un individuo biologico, psicologico e sociale pongono alle possibilità e capacità di fare un osservazione assoluta, sono possibili solo osservazioni relative, dove ogni relazione è relativa, coi suoi limiti e le sue possibilità.
Carl Rogers, psicoterapeuta, limita l'importanza del terapeuta, l'osservatore nelle relazioni d'aiuto, per lui è fondamentale, per iniziare una relazione d'aiuto, un ambiente accogliente, non direttivo, Rogers ha fiducia nella capacità delle persone di capirsi e di risolvere da sole i propri problemi, per questo pone l'accento sull'importanza della relazione col cliente. Nella sua impostazione il risultato dipende più dalla qualità della relazione che dalle conoscenze tecniche del consulente, ed in questo mi trovo personalmente in pieno accordo col suo pensiero, aggiungo che neppure le tecniche son importanti quanto la relazione che si viene a costruire tra consulente e cliente.
Lo psicologo svizzero Jean Piaget, uno dei padri della scuola costruttivista nel XX secolo, caratterizzava l'esperienza umana dicendo: “La mente organizza il mondo organizzando se stessa”, ed è attraverso una relazione dopo l'altra che noi ci costruiamo la nostra storia, nel concetto del tempo, dell'inizio e della fine, un gioco, un intreccio di emozioni, pensieri parole, in ruoli da osservatori, osservati, in ogni come ed in ogni dove della nostra vita.
Come diceva Albert Einstein “è la teoria che determina ciò che osserviamo”, la teoria, o conoscenza strutturata dall'esperienza, indica il modo in cui decodificare le esperienze, e quindi creare gli oggetti di cui ci circondiamo, l'osservatore, infatti, stabilisce un ordine fra i tanti possibili e costruisce così la sua realtà.
A Francisco Varela il compito di dare spazio alle leggi della conoscenza che ci permettono di chiarire l'ordine con cui considerare il mondo: "Il punto di partenza di questo calcolo è l'atto di distinguere. Con questo atto primordiale noi separiamo le forme che ai nostri occhi sono il mondo stesso. Da questo punto di partenza noi affermiamo il primato del ruolo dell'osservatore, che traccia distinzioni dovunque gli piaccia. Così le distinzioni, che danno origine al nostro mondo, rivelano proprio questo: le distinzioni che noi tracciamo - e queste distinzioni riguardano più la dichiarazione del punto in cui si trova l'osservatore che non l'intrinseca costituzione del mondo, il quale, proprio a causa di questo meccanismo di separazione tra osservatore e osservato, appare sempre sfuggente. Noi facciamo le distinzioni che danno forma al processo percettivo, conosciamo e memorizziamo le nostre conoscenze, dopodiché dimentichiamo quante e quali distinzioni abbiamo fatto per essere quello che siamo.
Nel percepire il mondo così come lo percepiamo, dimentichiamo ciò che abbiamo fatto per percepirlo come tale; e quando questo ci viene ricordato e percorriamo a ritroso il nostro cammino, quel che alla fine incontriamo è poco più di un'immagine specchiante di noi stessi e del mondo. Contrariamente a quanto di solito si presume, una descrizione sottoposta ad analisi approfondita rivela le proprietà dell'osservatore. Noi osservatori distinguiamo noi stessi esattamente distinguendo ciò che in apparenza non siamo, e cioè il mondo."
Forse la risposta a tutto quest'incalzare di distinzioni, conoscenze, esperienze è proprio l'ipnosi, in fondo quello che succede con l'esperienza dell'ipnosi è fare come se, una piccola finzione che genera una grande funzione, quella di convincere, persuadere e suggestionare portando così i nostri pensieri all'altezza dei nostri sogni, superando così i limiti del conosciuto, generando la magia di nuove implicazioni che ci cambiano cambiando così l'osservazione del mondo, perché il mondo, al contrario del mondo al contrario, è sempre un mondo!




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Il libero e l'arbitrio.





Gruppo Master estivo San Sebastiano luglio 2011.

Il banco di prova di un'intelligenza superiore è la capacità di contenere due idee opposte allo stesso tempo conservando la propria funzionalità.
Francis Scott Key Fitzgerald

La natura, la flora e la fauna non è libera, e l'arbitraggio è dettato da un preciso schema super partes la libertà è prettamente umana, con essa l'arbitraggio.
L'ipnosi l'affronto sempre con la capacità espressa da Fitzgerald anche se onestamente non mi sento di essere superiore in qualcosa verso qualcun'altro, forse diverso, credo però fondamentalmente che la libertà e l'arbitraggio son prettamente umane, in questi giorni ho condotto la settimana d'ipnosi intensiva che ogni anno da dieci anni conduco con i miei corsisti e le persone interessate all'ipnosi. È stata anche quest'anno una bella settimana, son fortunato, mi ritrovo sempre circondato da belle persone, all'altezza dell'intelligenza di Fitzgerald, così abbiamo lavorato tra lo stato ordinario di veglia e il mondo sacro dell'inconscio, una posizione strana che lascia un vuoto nella mente, un vuoto positivo, un vuoto istruttivo per quanto mi riguarda.
La libertà è un idea complessa, un idea che si declina nei tuoi significati, nei tuoi valori, nella tua vita intera.
Dopo una trance ci si sente bene perché si da spazio all'attività inconscia del cervello, lo si riporta ad un naturale equilibrio, lo si usa in modo inconsueto, si attiva un potenziale mentale che esalta le nostre risorse.
Ci sono cose che mai verrebbero vissute se non si facesse uso delle risorse degli stati mentali durante l'ipnosi, in più è possibile richiamare le risorse a disposizione quando ne sentiamo la necessità.
"E voglio che tu scelga un momento nel passato in cui eri una bambina piccola piccola. E la mia voce ti accompagnerà. E la mia voce si muterà in quelle dei tuoi genitori, dei tuoi vicini, dei tuoi amici, dei tuoi compagni di scuola e di giochi, dei tuoi maestri. E voglio che ti ritrovi seduta in classe, bambina piccolina che si sente felice di qualcosa, qualcosa avvenuto tanto tempo fa, qualcosa tanto tempo fa dimenticato." Milton Erickson.
Le emozioni si fermano nelle nostre esperienze ritornando sotto forma di ricordi, falsando i vissuti vivendo esperienze nuove, come fossero per la prima volta ospiti della nostra mente.
Così noi ci narriamo in una storia, lasciando il concerto del destino, nel significato di storia ci ritroviamo protagonisti dei nostri significati.
"Parlare in modo lento, incisivo e significativo, e "sentire" letteralmente in se stessi, momento per momento, il pieno significato di ciò che si dice. Milton Erickson.
Quando si guida qualcuno verso la Trance basta semplicemente essere consapevoli della propria comunicazione per ottenere dei risultati.
In questo modo si riesce a dar retta a tutti quei piccoli dettagli, minimal cues, che fanno della semplice conversazione uno strumento di ascolto, condivisione ed aiuto, nonché un preciso veicolo di Ipnosi.
La trance è un evento relazionale che fa emergere alcuni fenomeni nella coppia terapeuta-paziente:

Si instaura una relazione esclusiva e selettiva tra ipnotista ed ipnotizzato,
Una focalizzazione ed un assorbimento reciproco, un interesse comune mutuato da entrambi verso la condivisione
Un aumentata responsività reciproca, e il
sincronismo, una sensibilità mutuale sia dell'ipnotista che del soggetto ai minimal cues, piccoli dettagli dell'altro.
Una prevalenza di attività inconsce congiunte, ed una riduzione bilaterale della consapevolezza periferica.
Così la tendenza a sviluppare idee e significati comuni (monoideismo relazionale), e attentività responsiva reciproca.
Come si può dedurre facilmente lo stato di trance attiva un vero e complesso potenziale mentale che si declina in un denso fiume di attività e significato che tendiamo a seguire nel nostro operato.
La trance ipnotica coinvolge e si mantiene attraverso il lavoro di concentrazione, come uno zoom ottico, permettendoci di utilizzare le nostre risorse mentali, ottenendo l'attivazione del potenziale mentale.






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domenica, luglio 03, 2011

Dal pensare all'agire,dall'astratto al concreto nelle relazioni d'aiuto




Quali forme e figure vedi? Un cane, una mano? Un naso un gomito? Un orecchio una donna?

Dr. Marco Chisotti

L'ipnosi costruttivista offre alcuni spunti per sviluppare una relazione d'aiuto. È possibile enucleare alcuni dei principi fondamentali dell'ipnosi costruttivista.
L’individuo e l’ambiente rappresentano un unico ecosistema interagente, che si autoregola e cresce in funzione di ogni elemento che ne fa parte.
Un ecosistema dove vige un ecologia della mente, nei termini definiti da Gregory Bateson, il disagio psicologico assume perciò un significato di adattamento creativo in risposta all’ambiente.
La viabilità è ciò che vien cercato dall'individuo ed il suo adattamento, che si è sviluppato nelle sue esperienze passate, ma che può non aver più la stessa utilità raggiunta nella situazione presente, nel qui ed ora.
Noi tendiamo ad utilizzare le esperienze passate, evitando i cambiamenti, andando verso la nostra neghentropia, idea ed esperienza del nostro ordine interno, ad avere il massimo dando il minimo, e siamo più sensibili a ciò che può danneggiarci, piuttosto che esser attenti a ciò che ci fa star bene, per questa ragione tendiamo a preoccuparci, ci pre occupiamo di ciò che potrebbe danneggiarci.
Ora il vissuto che va proposto per focalizzare il problema è: "Ora cosa succede nella tua esperienza!", usare il tempo presente, il momento preciso ora, adesso, "A quale obbligo stai rispondendo!", a quali devo sei sottomesso, "cosa succederebbe se...", la dissociazione creata permette questa esperienza, permette un confronto ed uno sviluppo attraverso il gioco delle parti suggerite e la proiezione nel tempo.
Noi esistiamo attraverso un dialogo col nostro mondo interno, l'inconscio, col quale ci confrontiamo e costruiamo il nostro "esistere nel mondo".
L’approccio dell'ipnosi costruttivista considera importante l’intera esperienza di vita di una persona: fisica, psicologica, intellettuale, emotiva, relazionale e spirituale.
L'ipnosi costruttivista si occupa soprattutto di osservare e verificare la consapevolezza del processo dei pensieri, sentimenti e azioni di un individuo, prestando maggiore attenzione al “cosa” e al “come”, piuttosto che al “perché” di un'azione o di un comportamento.
La consapevolezza del come qualcosa avviene, infatti, conduce più facilmente alla possibilità di compiere un cambiamento genuino e responsabile.
Prendendo spunto dal pensiero di Ormon Mcgill possiamo dire che la consapevolezza ci rende protagonisti della nostra vita, non possiamo esimerci dall'essere, la vita è un divenire nell'essere (esistere). Ma la consapevolezza è un processo, meglio detto è un dare forma ad un processo, per poter raggiungere la consapevolezza dobbiamo poter immaginare, astrarre l'esperienza, il sogno da forma e permette le realizzazioni future, ma da dove arriva l'esperienza concreta?
L'essere umano è in grado di coordinarsi nella realizzazione della sua vita concreta, attraverso l'astrazione immaginaria, il sogno, che ci porta consapevolezza, partendo da un esperienza concreta, quella dell'imitazione! Faccio finta di essere, comincio ad agire l'esperienza che desidero raggiungere fingendo, poi continuo a sognarmi nell'esperienza, astraggo per pensarmi, immaginando e dando forma al processo che sto vivendo, ricavandone consapevolezza, fino alla realizzazione del progetto.
La relazione d'aiuto rappresenta il laboratorio di ricerca ideale in cui una persona può scoprire, osservare e integrare aspetti diversi della sua persona. Sulla base dell’esperienza diretta guidata dall'ipnotista, per il quale è più importante l’esperienza di un comportamento che l’interpretazione di questo, o la ricerca del perché, fino a portare la persona a costruire quel dialogo interno, preghiera, che restituisce sicurezza, serenità, fiducia alla realizzazione dei propri progetti.


L'ipnosi esplora il rapporto tra il sé ed il mondo, i confini dell’io, l'identità vanno negoziati col cliente, perché c’è molto all’esterno di cui abbiamo bisogno. Il processo attraverso il quale facciamo passare qualcosa attraverso i confini della persona si chiama trance ipnotica. Fare contatto richiede un dispendio di energia ricordava Fritz Perls riteneva che appena una situazione è chiusa, siamo aperti per la successiva situazione che si presenti come una figura che emerge da uno sfondo; secondo lui la nevrosi è frutto di un numero ripetuto di situazioni incompiute, di Gestalt, forme incompiute.
Fritz Perls - che in origine ebbe una formazione freudiana - riteneva che la personalità avesse più strati.
Strato dei cliché: è lo strato più esterno, una piccola parte del sé genuino che viene impiegata per fare domande su persone senza un interesse reale.
Strato dell’impersonificazione dei ruoli appresi: la rappresentazione del ruolo diventa automatica e serve a mascherare il sé genuino, ad es. padre o madre, professore o studente.
Strato dell’impasse: a questo livello si sperimenta un senso di vuoto o nullità.
Strato implosivo-esplosivo: la persona è consapevole delle proprie emozioni che esprime verso l’esterno e verso l’interno.
Personalità genuina spogliata di tutti i modi di esistere appresi nel mondo.
Con la consapevolezza completa si diventa coscienti dell’autoregolazione dell’organismo. Perls riteneva importante la differenza tra la realizzazione del sé e la realizzazione dell’immagine del sé, la protezione dell’immagine attraverso ruoli, implica che non si ha diritto di esistere così come si è. Riguardo all'essere nel mondo delle persone, il modo in cui ci orientiamo nella nostra vita, Fritz Perls divideva le persone in tre grandi categorie riguardo al loro modo di essere:
Devisti: vivono in base a regole e regolamenti imposti. Il loro comportamento è stabilito dal confronto con regole e regolamenti imposti. Come si dovrebbe e non dovrebbe essere.
Circaisti: tra questi si trovano gli intellettuali, quelli che preferiscono pensare piuttosto che fare, persone prese dal passato e dal futuro.
Esistenzialisti: persone che si accettano così come sono.
È semplice poter premiare scelte e decisioni di un esistenzialista, una persona che si conosce, padrona del proprio dialogo interno, libera da operatori modali di necessità, devo, libera dalla focalizzazione continua in tempi diversi dal qui ed ora, ieri, domani.

Le modalità di resistenza che sviluppiamo quando non siamo in grado di sviluppare la nostra esistenza sono un adattamento creativo della nostra persona alle difficoltà dell'ambiente. Esse possono esser distinte in cinque reazioni differenti: introiezione, proiezione, deflessione, retroflessione, confluenza.
L’introiezione è la caratteristica umana di incorporare sentimenti, atteggiamenti e pensieri altrui. La proiezione è la caratteristica umana di accreditare ad altri sentimenti, atteggiamenti e pensieri propri. Questi due atteggiamenti son molto comuni, vengono vissuti da tutte le persone, ciò che cambia è di solito la modalità con cui introiettiamo o proiettiamo durante la nostra vita. Come ho detto viene utilizzata l'introiezione quando si percepisce qualcosa che fa parte dell'ambiente come se facesse parte di noi stessi: se assimilare significa decomporre un elemento dell'ambiente scegliendo ciò che è nutriente e respingendo ciò che è tossico, con l'introiezione non si fa tale distinzione e di conseguenza si “ingoia” un'esperienza in maniera acritica. Quando si sviluppa la logica del carceriere si vive un meccanismo di questo tipo, ci si immedesima senza distinguo.
Col meccanismo della proiezione invece ho detto che si attribuisce all'ambiente qualcosa che in realtà ci appartiene, ma non si riconosce. Ma si possono attribuire agli altri anche atteggiamenti, emozioni o pensieri complementari ai nostri, in modo tale da legittimarli, "così fan tutti".
E anche l'anticipazione delle reazioni dell'ambiente è una forma di proiezione, poiché per far ciò io utilizzo le mie esperienze passate, le mie personali conoscenze per fare delle inferenze su ciò che accadrà, creiamo e ci creiamo aspettative e profezie che tendono ad avverarsi.
La deflessione include tutte quelle manovre che utilizziamo per diminuire l'intensità del contatto, del coinvolgimento con gli altri, quando ci emozioniamo o pensiamo di poter perdere il controllo tendiamo ad utilizzare un linguaggio vago o perifrasato, sfuggire lo sguardo, scherzare, non comprendere, o cadiamo dalle nuvole più e più volte, è li è ovvio ma la nostra mente, il nostro inconscio, provvede a farlo sparire.
Infine la retroflessione consiste nel fare a se stessi ciò che vorremmo fare all'ambiente o che l'ambiente facesse a noi, una forma diretta su di se di qualunque esperienza vissuta, nel bene ma anche nel male.
Questi atteggiamenti come si può vedere sono normali, si vedono e si sentono costantemente nei rapporti umani, ciò che li rende dannosi sono la quantità, e un atteggiamento di impotenza nel renderceli consapevoli.
Per utilizzare le risorse del cliente ed avvicinarci alla sua consapevolezza, e favorire il suo processo di auto-consapevolezza ci dobbiamo chiedere "Cosa sta facendo?" "Come si comporta, è coerente, è tranquillo, agitato, spontaneo, manierato?", "Quali emozioni sta provando?" "Quali emozioni ha vissuto in passato, ricerca, desidera vivere?", "Quali sono le sue intenzioni?", "Da cosa si allontana, evita, rifugge?", "Quali attese, cosa si aspetta?".
Dobbiamo accompagnare la persona nel suo mondo e farci raccontare ora quello che vive, sente, prova, attraverso le emozioni, le azioni, i ragionamenti, dobbiamo stimolarlo, incuriosirlo, arricchirgli il suo dialogo interno, dargli nuove possibilità di scelta e farlo muovere nella sua vita, farlo agire in modo concreto e diretto. Renderlo consapevole dei suoi pensieri delle sue azioni, delle risposte, delle situazioni, delle sue scelte, delle sue possibilità ed opportunità.
L'ipnosi costruttivista nasce dall'idea di agire la conoscenza che una persona si costruisce di sé attraverso un dialogo consapevole, concreto e diretto col nostro inconscio, il nostro angelo custode, il nostro spirito guida.




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